CETACEI, TARTARUGHE E RIFIUTI MARINI NEL CANALE DI SARDEGNA

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CETACEI, TARTARUGHE E RIFIUTI MARINI NEL CANALE DI SARDEGNA

Durante l’estate 2019 i biologi dell’AMP Capo Carbonara hanno proseguito le indagini sulla fauna e sui rifiuti marini nell’area che separa la Sardegna dalla Sicilia, a bordo delle navi TIRRENIA.

Il monitoraggio del Canale di Sardegna, iniziato nel 2013 grazie ad una efficace collaborazione con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) di Roma, ha permesso di raccogliere dati in aree off-shore che potrebbero dare risposta a molti interrogativi riguardanti animali che possiedono un vasto areale di distribuzione e di cui si hanno ancora poche informazioni.

Oltre ai cetacei e alla mega-fauna presente, come le tartarughe marine, l’AMP si è occupata anche del monitoraggio di quelle che possono essere identificate come loro possibili minacce, tra cui il traffico marittimo e l’inquinamento da plastiche. Questo tipo di indagine ha lo scopo di verificare l’esistenza di eventuali zone di accumulo di rifiuti marini (marine litter) o di intenso traffico che, se coincidenti con aree ad elevata presenza di animali, potrebbero rappresentare zone ad alto rischio.

Nella stagione estiva del 2019, grazie all’ospitalità dimostrata dalla Compagnia Italiana di Navigazione TIRRENIA, lo staff dell’area marina ha potuto continuare la raccolta di numerose informazioni e dati attraverso osservazioni dirette dal ponte di comando della nave “Ariadne”.

Durante le sei traversate lungo la tratta che unisce Cagliari a Palermo, sono stati percorsi circa 1500 km ed effettuate 40 ore di monitoraggio in condizioni meteo favorevoli. In totale sono stati 23 gli avvistamenti di cetacei di cui più del 70% erano di stenella striata (Stenella coeruleoalba), seguiti dal tursiope (Tursiops truncatus) e da altri cetacei meno frequenti come lo zifio (Ziphius cavirostris) e il grampo (Grampus griseus).

108 invece gli avvistamenti di altre specie di cui 86 della tartaruga comune Caretta caretta e i restanti per lo più di uccelli marini, come la berta minore e la berta maggiore.

I rifiuti marini sono stati registrati lungo tutto la tratta e sono stati spesso avvistati accanto ad animali marini che abitualmente trascorrono parte della loro vita in mare aperto, facendosi trasportare dalle correnti. Circa il 95% del litter era di materiale plastico, il rimanente rientra nelle categorie della carta, tessuto, gomma e metallo.

Essendo il mare un ambiente senza barriere, questo progetto ci permette ormai da 7 anni di raccogliere dati su larga scala e di rendere più ampia la visione delle dinamiche ambientali marine che circondano l’AMP Capo Carbonara. Dal momento che ciò che accade lontano si riflette su quello che più ci è vicino, queste informazioni hanno permesso e permetteranno all’Ente gestore dell’AMP di svolgere un’adeguata e sempre migliore gestione a livello locale.