IL MONITORAGGIO DELLA FAUNA MARINA NELL'AREA MARINA PROTETTA CAPO CARBONARA

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IL MONITORAGGIO DELLA FAUNA MARINA NELL'AREA MARINA PROTETTA CAPO CARBONARA

Monitoraggi Pinna nobilis e Paracentrotus lividus

Anche per il 2018 proseguono le indagini sulla biodiversità all’interno dell’AMP Capo Carbonara e nelle acque limitrofe, a seguito del progetto di monitoraggio delle specie iscritte a regimi di protezione, di interesse commerciale o turistico, e della divulgazione dei dati ottenuti.

Le attività di controllo svolte in AMP procedono rispettando l’esecuzione dei programmi di monitoraggio coordinati per la valutazione continua dello stato ambientale delle acque marine, in funzione del raggiungimento dei traguardi ambientali previsti dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm) nell’ambito della Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino 2008/56/CE (MSFD, Marine Strategy Framework Directive), entrata in vigore nel luglio del 2008

 Per raggiungere gli obiettivi gli Stati Membri della UE (SM) devono sviluppare e attuare delle “strategie marine” con lo scopo di proteggere e preservare l’ambiente marino, prevenirne il degrado o, dove possibile, procedere al ripristino degli ecosistemi marini nelle aree in cui abbiano subito impatti.

 La Marine Strategy punta a fare in modo che le acque marine dell’UE raggiungano entro il 2020 lo status di buon stato ecologico, così come a proteggere le risorse fondamentali dalle quali dipendono le attività socio-economiche legate al mare e all’oceano.

Monitoraggio NACCHERA DI MARE (Pinna nobilis)

Si è concluso il 30 luglio il monitoraggio di Pinna nobilis all’interno dell’AMP a due differenti intervalli batimetrici (5-12 m e 13-20m) lungo tratti di costa identificati nei diversi livelli di protezione presenti nelle AMP (Zona A, Zona B e Zona C). Anche quest’anno si confermano la presenza di numerosi esemplari di Pinna nobilis grazie al fondale sabbioso e alle rigogliose praterie di Posidonia oceanica presenti nell’AMP Capo Carbonara, ma nello stesso tempo il monitoraggio svolto nelle diverse aree dell’AMP ha rilevato anche il sopraggiungimento di un agente patogeno che causa la morte di questo splendido bivalve. Si parla di una vera patologia, sembrerebbe essere causata da una nuova specie parassita di haplosporida. I primi casi sono stati segnalati nel 2016 in Spagna ed in seguito il parassita si è rapidamente propagato lungo la costa spagnola, in alcune località della Corsica e in Italia, causando una moria di massa. Questa epidemia va a gravare su una specie già fortemente minacciata dalla raccolta per uso ornamentale e dall’azione meccanica accidentale delle ancore e dalle reti a strascico.

  • La specie è inserita nella lista delle specie protette fornita dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE e nella lista delle specie minacciate (Annesso II del protocollo ASPIM).

Monitoraggio RICCIO DI MARE (Paracentrotus lividus)

Da qualche giorno ha preso il via il monitoraggio 2018 del riccio di mare, controllo che si porta avanti da diversi anni in AMP con l’obbiettivo di fornire un quadro complessivo aggiornato dello stato della risorsa P. lividus o meglio conosciuto come riccio femmina. Specie che suscita molto interesse in quanto da anni è aumentato in maniera esponenziale il suo prelievo determinato da un aumento del consumo come prodotto alimentare. Nel corso del monitoraggio vengono valutate le abbondanze e le taglie di P. lividus in diverse zone dell’area protetta per valutare la variazione dei suddetti parametri nel tempo e nello spazio. I risultati ottenuti dal monitoraggio 2017 mostrano come lo stato della risorsa sia rimasta pressoché invariata rispetto al 2016. Le densità medie continuano a rimanere stabili all’interno di tutta l’AMP.

Tenere sotto controllo la popolazione di ricci è molto importante. infatti ad alte densità i ricci, pascolano liberamente consumando le alghe erette presenti nelle scogliere provocando con il loro intenso pascolo la “deforestazione” della fascia superficiale sommersa, abbassando drasticamente la biodiversità fino a formare  aree prive di qualsiasi insediamento diverso dalle popolazioni di ricci (processo di formazione denominato Barren), mentre a basse densità gli echinodermi si nascondono e consumano esclusivamente le alghe antistanti i rifugi provocando un aumento della copertura da parte di macroalghe erette sui fondali  rocciosi causando una riduzione della biodiversità, danneggiando le specie sensibili attraverso il sovraccrescimento e conseguente soffocamento degli organismi invasi, situazione che a oggi si presenta in AMP. Risulta quindi fondamentale condurre una costante opera di monitoraggio di tutte le specie protette, prestando particolare attenzione a quelle specie, come i ricci, capaci di modificare drasticamente la struttura dell’intera comunità della quale fanno parte.

  • La specie è inserita nella lista delle specie il cui sfruttamento è regolamentato (Annesso III del protocollo ASPIM).

FOTO 1) : I campionamenti sono stati condotti in immersione con autorespiratore eseguendo 4 lanci casuali di un quadrato 1 m X 1 m su fondale roccioso. 

FOTO 2) : Tutti gli esemplari ricadenti all'interno del quadrato sono stati prelevati contati misurati e prontamente rilasciati nella stessa area di prelievo.

FOTO 3) : Sono state individuate 23 celle 100 m x 100 m all'interno dell'AMP . All'interno delle celle scelte per il monitoraggio sano stati eseguiti 3 transetti (repliche) della lunghezza di 100 m ciascuno lungo i quali sono stati conteggiati, misurati e rilevato lo stato di salute di tutti gli esemplari di P. nobilis presenti.